Grazie alle giornate del FAI che si tengono ogni anno c’è la possibilità di visitare luoghi inconsueti e raramente aperti al pubblico, un’occasione unica per conoscere luoghi misteriosi e inaspettati delle città in cui viviamo.
FAI giovani Napoli mi ha invitata a partecipare a questa splendida giornata e mi ha dato la possibilità di svolgere un reportage su cinque siti nella bellissima città di Napoli. Scopriamoli insieme in questo articolo.
Primo sito: Il Real Orto botanico.
Voluto dal Re Giuseppe Bonaparte, fu costruito nel 1815 dagli architetti De Fazio e Paolotti. Il prof. Batagna vi trasferì numerose e diversificate piante, donate da privati e provenienti dal regno di Napoli. L’orto aperto al pubblico doveva svolgere la sua funzione educativa. Ancor oggi utilizzato per numerosi studi, fa capo all’ università Federico II di Napoli, racchiudendo in se oltre diecimila specie, per un totale di venticinquemila esemplari vegetali.
Pianta dalle orecchie di elefante.
Grazie agli apprendisti ciceroni delle scuole della città e al Progetto ponte tra culture ( guide in madre lingua per gli stranieri), i visitatori hanno potuto seguire i percorsi con guida all’ interno dell’ orto potendo così avere tutte le informazioni oltre a godersi una meravigliosa passeggiata tra alberi e palme secolari.
La maestosità di questo luogo, la pace che si respira, il silenzio rotto solo dal suono degli uccellini che cantano, lo rende davvero speciale.
Oltre a delle bellissime serre, la zona che ho apprezzato di più è stata quella degli agrumeti, mi hanno colpito questi alberi non molto grandi ma con enormi frutti appesi ai propri rami.
Questo polmone verde nel cuore di Napoli è stata una vera scoperta ci ritornerò sicuramente per passeggiare ancora una volta tra i suoi splendidi viali alberati.
Secondo sito: Giardino e Ipogeo di Babuk
Nel cuore di Napoli tra i vicoli della città, sorge questo giardino, il suo nome deriva dal gatto Babuk, le cui ceneri sono presenti nell’urna all’interno del giardino. Popolato da numerosi gatti di cui uno molto anziano di ventitré anni. Questo giardino è stato voluto dalla famiglia dei Caracciolo del sole, presenta numerose specie di piante: banani, limoni, fiori e un faggio antichissimo risalente al XIV secolo. Il giardino viene curato dal prof. Gennaro Oliviero.
Nel giardino è presente anche un lauro che aveva raggiunto i diciotto metri, con il mal tempo è caduto ma come potete notare nelle foto le sue foglie stanno già ricrescendo.
Ma un altro aspetto molto interessante e nascosto di questo giardino è L’ipogeo una cavità naturale posta al di sotto del giardino, composto da quattro caverne collegate da cunicoli, un tempo parte di una cisterna che poteva contenere fino a 640.000 litri utilizzata per uso domestico dagli abitanti. Utilizzato come rifugio antiaereo negli anni della guerra.
Terzo sito: Paradisiello
Questo vicolo che termina in alto con una vista spettacolare sulla città di Napoli, un tempo venne abitato dalla antica borghesia che vi costruì ville con giardini per le vacanze estive. Quando si inizia a salire per questa stradina molto ripida i rumori della città spariscono come per incanto e ti ritrovi nel silenzio più assoluto se pur nel cuore di Napoli. Alcuni palazzi sono testimonianza delle famiglie di nobili che vissero in questo luogo.
Il suo nome Paradisiello deriva dal fatto che anticamente la zona sottostante mal curata e versante in uno stato di abbandono era chiamata dalla gente del posto purgatorio.
Una volta giunti in alto si ha una vista inaspettata sulla città di Napoli avvolta nella luce della domenica mattina, quando tutti non aspettano altro che una bella tazza di caffè, noi eravamo qui a goderci questo splendido panorama.
Quarto sito: Complesso Sant’Eframo vecchio.
La chiesa di Sant’Eframo fu fondata nel XVI secolo e fu costruita sulle catacombe in cui fu sepolto anche Sant’Eframo. Queste catacombe del quarto secolo sono rimaste sempre nascoste sotto il convento, che fu prima dei frati cappuccini e poi delle monache delle Trentatré che lo amministrarono fino al 1887. Successivamente invece i frati cappuccini tornarono ad amministrarlo.
Chiesa di Sant’Eframo.
Per giungere alle catacombe si ha la possibilità di ammirare degli ambienti molto belli e ricchi di dettagli interessanti.
Una volta giunti nelle catacombe si ha l’impressione di entrare a far parte di qualcosa di davvero molto speciale, sembra di toccare la storia con le proprie mani e pensare che grazie al FAI per la prima volta in assoluto abbiamo avuto la possibilità di vederle.
Quanta storia custodiscono le nostre città che noi non conosciamo.
Ultimo sito: Villa di Donato.
Inserita nel complesso settecentesco della piazza di Sant’Eframo, ci accoglie con uno splendido viale alberato, circondati da palme secolari giungiamo in un cortile un tempo utilizzato per parcheggiare le carrozze.
Per molto tempo non è stata più abitata, ma negli ultimi anni ha recuperato la sua funzione originaria di residenza d’epoca.
Con una scalinata si sale al piano nobile, dove sono presenti numerosi affreschi dell’epoca di Ferdinando IV , raffiguranti scene di caccia, vita campestre, fiori e ghirlande e in alcuni casi anche gli abitanti della villa.
Nelle camere sono presenti numerosi oggetti d’epoca, è come fare un tuffo nel passato.
Nelle sale durante tutta la visita oltre alle guida del FAI, era presente anche una piacevole musica che rendeva tutto ancor più bello, suonata dal gruppo jazz Do.it
Si conclude così questa meravigliosa giornata con il FAI giovani Napoli, un’esperienza davvero costruttiva ed interessante. Conoscere a fondo le città in cui viviamo è, e deve essere un nostro piacere ma anche dovere, per imparare insieme a tutelarle nel tempo e conservare così la memoria del nostro passato.
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